Gli oli essenziali sono un’essenza estremamente intensa ricavata direttamente da una pianta, o da una parte di essa, che richiama immediatamente le sue origini e risveglia determinate sensazioni.

Essendo completamente privati dell’acqua, la loro composizione è lipofila (terpeni, aldeidi, alcoli etc…), per questo vengono definiti oli. 


Al di là di quello che si possa pensare non esiste un uso antico degli oli essenziali. 

I profumi o gli oli profumati di cui si parla nei documenti antichi, infatti, sono da intendersi più come oleoliti (estrazione delle essenze tramite macerazione in olio) o come resine grezze (ad esempio incensomirrasandalo).


Gli oli essenziali come li conosciamo oggi sono un prodotto relativamente moderno, in quanto gli strumenti e i metodi richiesti per l’estrazione sono relativamente recenti (corrente di vapore, spremitura a freddoCO2 supercritica) . 


Come conservarli 

I costituenti delle essenze si alterano facilmente alla luce, al calore e all’ossigeno.

Vanno perciò conservate in bottigliette di vetro scuro, lontano da fonti di calore (ma non in frigo) e ben chiuse.

Inoltre, ogni volta che si apre un flaconcino, inizia il processo di ossidazione che ne diminuisce il potere, perciò bisogna evitare di aprirli troppo spesso. 


Principali usi  

Massaggio: Il metodo migliore per utilizzare gli olii essenziali è la via cutanea, poiché essendo liposolubili vengono facilmente assorbiti dall’epidermide e agiscono rapidamente e in profondità.

Attraverso la pelle l’olio essenziale entra in circolo in pochi minuti, costituendo un’ottima applicazione non invasiva.

Prima di procedere al massaggio bisogna sempre diluire gli olii scelti in uno o più olii vettore, che devono avere un’alta affinità con la pelle, quindi olii vegetali spremuti a freddo, come ad esempio germe di grano, mandorle dolci, soia, jojoba, sesamo e oliva (più pesanti e adatti a pelli secche), vinacciolo e girasole (più leggeri e quindi scorrevoli). La percentuale di olio essenziale nell’olio vettore è di 1-3%. 


Inalazione secca: si pratica mettendo alcune gocce di olio su un fazzoletto di carta o di cotone e respirandolo più volte. 


Diffusione ambientale: attraverso diffusori elettrici o a candela (chiamati anche “lampade per aromi”) si diffondono le essenze nella stanza.

Per una stanza di medie dimensioni si versano di solito nel diffusore 10-15 gocce di olio essenziale, ma la quantità può essere variata in relazione alle esigenze personali. 


Suffumigio: è adatto in particolare in caso di tosse e raffreddore.

Si utilizza una pentola con acqua portata a ebollizione in cui si versano poche gocce di olio essenziale, in generale 6-8, di cui si respirano i vapori. 


Impacco: si prepara una compressa umida usando un pezzo di garza o un fazzoletto di cotone immersi in un’emulsione preparata con 6-8 gocce di essenza in 1-2 cucchiai di aceto o brandy, stemperata in una ciotola di acqua calda o fredda e quindi applicata sulla zona del corpo da trattare. 


Bagno: stemperare 20-25 gocce di olio essenziale in un vettore, che può essere mezzo bicchiere di aceto o di brandy, 3 cucchiai di miele liquido o un pugno di sale del Mar Morto; si aggiunge quindi la miscela così ottenuta all’acqua calda della vasca da bagno.

Stesso procedimento per il pediluvio, utilizzando naturalmente una quantità di gocce proporzionale all’acqua preparata. 


Usi cosmetici: si possono preparare cosmetici adatti alle proprie esigenze specifiche ricorrendo agli oli essenziali, aggiungendoli alle più svariate preparazioni (creme, bagnoschiuma, deodoranti, ecc).

Un dosaggio indicativo può essere di 10-12 gocce di oli essenziali su 50 ml di crema (nelle creme viso vanno usati allo 0,3%). Per ulteriori dettagli si possono consultare le nostre ricette. 


Profumi: è possibile creare il proprio profumo a partire da una semplice base di alcool e acqua a cui si aggiungono gli olii essenziali preferiti per creare una composizione armoniosa; per approfondire come scegliere le combinazioni. 


Uso interno: Gli oli essenziali di alta qualità sono quasi tutti utilizzabili in cucina per aromatizzare le pietanze e per creare dolci e bevande.

Si possono dunque assumere per via interna come terapia, ma vi consigliamo di approfondire l’argomento con il vostro medico o in farmacia. 

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