13 NOVEMBRE 2020

Sabato 14 Novembre: LA GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE

A cura della Dott.ssa Garofalo Brigida



Introduzione


Sabato 14 novembre 2020 si celebrerà la giornata mondiale del diabete, istituita dall'OMS nel 1991 insieme all'International diabetes Federation (IDF).

Secondo dati Istat in Italia ci sono 4 milioni di diabetici, percentuale che è destinata a salire, stimando che nel 2030 questa patologia sarà la quarta causa di morte su territorio nazionale. A questa giornata, quindi  la responsabilità di sensibilizzare le persone verso una patologia tanto comune quanto subdola caratterizzata da un eccesso di zuccheri (glucosio) nel sangue,  nota come iperglicemia.

In condizioni di normalità quando il livello di glucosio nel sangue aumenta ,ad esempio dopo un pasto, le cellule beta del pancreas producono un ormone chiamato insulina con lo scopo di regolare la concentrazione dello zucchero a livello ematico. Con il diabete,  il pancreas non produce abbastanza insulina e non può usare l'insulina che produce aumentando così la resistenza dei tessuti all'insulina stessa o una combinazione di entrambi.

Il diabete mellito si divide in due forme principali: il diabete di tipo uno e il diabete di tipo due. Esistono poi altre forme di diabete legati a difetti genetici della funzione beta cellulare o dell'azione insulinica, esistono malattie del pancreas esocrino, indotto da farmaci o sostanze chimiche, e potrebbe verificarsi anche la condizione di diabete”gestazionale” che può appunto insorgere durante la gravidanza.

Di seguito descriviamo brevemente le due forme principali.


Diabete di tipo uno

Il diabete di tipo uno viene anche chiamato diabete insulino dipendente, viene anche chiamato diabete giovanile perché di solito inizia durante le infanzia.

E’  una condizione autoimmune caratterizzata da un attacco anticorpale del nostro organismo verso le cellule del pancreas. Ne consegue che i pazienti con diabete di tipo uno presentino un pancreas danneggiato non secernente più insulina.

Il trattamento in questo tipo di diabete prevede la somministrazione di insulina.





Diabete di tipo due

Questa è la forma più comune di diabete, che rappresenta circa il 95% dei casi negli adulti. Generalmente viene considerata come una forma più lieve del diabete di tipo uno. Tuttavia questa malattia con andamento cronico e progressivo può causare gravi complicazioni come malattie di reni, della retina e dei nervi . Ricordiamo che questo tipo di diabete è una delle principali cause di dialisi di trapianto renale, di cecità e amputazione degli arti; ovviamente parallelamente aumentano anche il rischio di malattie cardiache e ictus.

In questo scenario il pancreas produce insulina ma è  la resistenza a questo ormone o la mancanza di sensibilità verso di esso che causa la condizione di iperglicemia. Questa forma di diabete prevede dei trattamenti diversi rispetto alla terapia insulinica, ovviamente non esiste un farmaco valido per tutti tipi di pazienti ma è necessario costruire una terapia individuale che metta in relazione le diverse situazioni cliniche alle caratteristiche personali. 


L'importanza dello screening per identificare la patologia nei soggetti asintomatici.

Lo screening in genere viene raccomandato a tutta la popolazione e generalmente si tratta di un semplice esame del sangue chiamata glicemia a digiuno.

Chi sono i soggetti più a rischio?  Generalmente hanno maggiore probabilità di sviluppare il diabete coloro che hanno riscontrato un valore della glicemia a digiuno compreso tra i 100 e 126 mg/ decilitro, le persone che presentano un BMI superiore ai 25 kg / metro quadrato (valore che è indicativo di sovrappeso corporeo) e  tutti i soggetti che hanno familiarità di primo grado per il diabete di tipo due.

Un altro marker, utilizzato da almeno un ventennio , per la valutazione e il monitoraggio del controllo glicemico a medio e lungo termine in un soggetto con diabete mellito è il valore dell’emoglobina glicata. I valori di questo particolare tipo di emoglobina rispecchiano in qualche modo le concentrazioni medie di glucosio nel sangue negli ultimi tre mesi.

Quando le concentrazioni di glucosio ematiche superano un certo livello soglia avviene una reazione detta di glicosilazione: ovvero una molecola di zucchero si lega all'emoglobina contenuta nei globuli rossi -che generalmente hanno una vita media di circa 120 giorni - e questa reazione di glicosilazione avviene in modo direttamente proporzionale al valore della glucosio ematico, ne consegue che tanto più alto sarà il livello di glucosio a livello ematico tanto più alta sarà la concentrazione di emoglobina glicata rilevata.

 Per l'analisi delle dell'emoglobina delicata non è necessario il digiuno del soggetto inoltre il valore riflette il controllo glicemico degli ultimi 23 mesi e non subisce interferenze dalle variazioni rapide della glicemia.

Facendo riferimento alle raccomandazioni del recente Standard Italiani per la cura del diabete interpretiamo i valori i di emoglobina glicata come segue:  

  • Con valori di emoglobina glicata  inferiori al 6% ci troviamo in condizioni di normo glicemia;
  • Con valori superiori a 6 % ma inferiori a 6,5 % il soggetto presenta un'alta probabilità di rischio di diabete;
  • Valori di emoglobina glicata  maggiori o uguale  al 6,5% ci troviamo nella condizione del diabete mellito. 


La dietoterapia come prevenzione

Diversamente  dal  pensiero  comune la dieta ideale per il diabetico  non è  particolarmente complessa o restrittiva. Si necessita di piccoli accorgimenti che sommati producono un grandissimo giovamento in termini di salute. 

In relazione al sesso, all'età ,alla statura, all’attività lavorativa e alla costituzione fisica una dieta per il diabetico deve avere quattro obbiettivi: il controllo glicemico, il mantenimento del peso corporeo, la prevenzione ed il trattamento dei principali fattori di rischio e per ultimo il mantenimento di uno stato di benessere non solo fisico ma anche mentale.

Il soggetto diabetico deve porre particolare attenzione all'indice glicemico degli alimenti al carico glicemico del pasto e alla conta dei carboidrati.

L'indice glicemico è  una misura che quantifica la qualità dei carboidrati in un alimento e indica anche l'influenza che questo ha sull'ormone insulinico;  in altre parole , se un alimento innalza velocemente e troppo la glicemia ematica il pancreas risponde producendo una grande quantità di insulina. Viceversa, un alimento con un basso indice glicemico favorisce un livello costante glucosio nel sangue quindi la glicemia si innalzerà in modo graduale e di conseguenza anche la risposta insulinica da parte del pancreas sarà controllata.

Successivamente al  consumo di  un alimento che contiene carboidrati, vi è un assorbimento dello stesso a livello del piccolo intestino e quindi il passaggio nel circolo ematico  porterà di conseguenza  ad un innalzamento del  livello di glucosio ematico. Il tipo di incremento dipenderà dal tipo di carboidrato , in relazione al fatto se stiamo parlando di zuccheri semplici o di zuccheri complessi, ma dipenderà anche da tutta un'altra serie di fattori come ad esempio la presenza di fibre.  Gli alimenti che hanno molte fibre come ad esempio il pane integrale ,lenticchie  e orzo tendono ad avere un indice glicemico più basso. Anche la quantità di grassi e proteine vanno ad influenzare quello che è l'indice glicemico di un carboidrato questo perché quanto più proteine e grassi contiene un alimento ricco di carboidrati tanto più basso sarà l'indice glicemico. Influisce sull'indice glicemico anche la modalità e il tempo di cottura dei cibi infatti quanto più è prolungato il tempo di cottura  tanto maggiore è l'indice glicemico, per lo stesso motivo si consiglia il consumo della pasta al dente, in quanto caratterizzata da un indice glicemico più basso rispetto ad una pasta troppo cotta.

L'esercizio fisico,  nello specifico quello aerobico , è parte integrante del piano di trattamento del diabete e prevede circa 30 minuti di camminata al giorno per un totale di circa tre ore di  movimento a settimana.

Clicca sul Link per accedere alla tabella degli indici glicemici dei principali alimenti:


https://thefoodellers.com/wp-content/uploads/2018/10/tabella-indici-glicemici.pdf


Conclusioni

Sottolineiamo come un regime alimentare per un paziente diabetico necessiti di una personalizzazione ad hoc  in quanto questo deve tener conto della salute del soggetto, dei farmaci che assume ,  dello stile di vita e l’eventuale presenza di ulteriori patologie metaboliche. L’importanza di una figura personalizzata, che sia quindi in grado di seguire il paziente diabetico  lungo un percorso di rieducazione alimentare e non, risulta essere determinante per la consolidazione di una strategia mirata da verificare nel corso del tempo.


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