27 FEBBRAIO 2019

Mal di testa: un dolore comune

Il ruolo della fitoterapia e dell’alimentazione nella terapia di profilassi



A cura della dott.ssa Brigida Garofalo




    Quanti ne soffrono
    Perché arriva
    Le condizioni del contorno
    Alimentazione
    Il contributo della natura 


            Improvvisamente una sensazione dolorosa alla testa. Eccolo… è arrivato il mal di testa (chiamato anche cefalea).

            Ognuno di noi ha avuto modo di soffrire, almeno una volta nella vita, di mal di testa.
            Questo diventa un vero e proprio disturbo quando si presenta in modo ripetitivo, soprattutto se accompagnato da un dolore di intensità tale da compromettere qualsiasi attività di tipo quotidiano. 
            Come evidenzia una statistica pubblicata su “The Lancet”, la sintomatologia algica negli episodi acuti è  tale da includere il mal di testa tra le prime cause di invalidità.

            L’attacco acuto assume diverse caratteristiche: si manifesta come un dolore pulsante e localizzato a un solo lato della testa nell’emicranea, diventa dolore costrittivo nella cefalea muscolo-censiva, e assume una connotazione lancinante e trafittiva nella cefalea a grappolo.

            Quanti ne soffrono 

            Un italiano su cinque soffre di mal di testa.
            E’ noto che le persone più colpite sono quelle in età adulta, generalmente donne (circa tre volte più dei maschi) e nel pieno dell’attività produttiva.

            Dati recenti confermano un aumento di incidenza in eta pediatrica, mentre rara è l’incidenza nell’anziano. 

            Perché arriva

            Nelle cefalee primarie il dolore rappresenta in sé la malattia, non sono sostenute da altre patologie (come in quelle secondarie) e rappresentano circa il 90% dei casi.

            Le più importanti sono:
            • l’emicrania;
            • la cefalea tensiva;
            • la cefalea a grappolo.
            I meccanismi fisiologici alla base delle cefalee primarie sono molto complessi, pertanto la loro illustrazione esula dalle finalità di questo articolo.
            Tuttavia vale la pena sottolineare che, nell’emicrania e nella cefalea a grappolo, l’insorgenza del dolore è soprattutto di origine vascolare e dipende da un’alternanza di vasocostrizione e vasodilatazione dei vasi celebrali. 

            La tensione muscolare invece è caratteristica della cefalea tensiva, chiamata anche cefalea da stress.

            Le forme primarie, in particolare modo l’emicrania, possono essere correlate ad un’eccessiva sensibilità dei recettori, ad una riduzione di endorfine ( sostanze coinvolte sia nella percezione del dolore sia nel mantenimento di uno stato di benessere), ma anche da una predisposizione genetica ereditaria (soprattutto materna!).


            Le condizioni del contorno

            Esistono numerosi fattori di natura ambientale che possono scatenare o aggravare le crisi di cefalea nei soggetti predisposti.
            Se si hanno naso e orecchie "sensibili" è opportuno cercare di evitare i rumori e gli odori troppo intensi.
            Il chiasso assordante, un suono acuto e prolungato, un profumo particolarmente intenso, aromi e fragranze pungenti possono far scattare il mal di testa.
            Un effetto analogo può avere la luce troppo forte, quando fissata a lungo.
            Anche l’alta quota può causare mal di testa. Con l'altitudine, infatti, l'aria diventa più rarefatta e la minore disponibilità di ossigeno può provocare mal di testa, vertigini e nausea.
            La pressurizzazione a cui sono sottoposte le cabine degli aerei e gli effetti spesso destabilizzanti del cambiamento di fuso orario, sono altri due fattori che possono scatenare mal di testa, insonnia e senso di stordimento.
            Tra i fattori ambientali che più influiscono sulla comparsa del mal di testa troviamo il clima e l'inquinamento atmosferico.

            L’alimentazione 

            La ricerca ha rilevato la presenza di sorprendenti connessioni tra i vari tipi di mal di testa e il cibo. 
            Vediamo nello specifico quali sono gli alimenti che una volta ridotti o aboliti dalla dieta possono effettivamente diminuire le “crisi”. 

            Sono da evitare cibi dalla digestione particolarmente complessa come:

            • agrumi, cipolle, crauti, olive in salamoia;
            • Frutta secca a guscio,Banane mature, Cioccolato, latte e Panna acida;
            • Salumi per la presenza di nitriti;
            • Formaggi stagionati per la presenza di tiamina;
            • Cucina orientale per la presenza di glutammato;
            • Tannini del vino rosso;
            • Aspartame;
            • Alcool.

            Attenzione perché anche il digiuno può scatenare la cefalea, a causa dell’abbassamento della glicemia che ha un effetto vasodilatatore a livello centrale.

            I cibi innocui (chiamati anche pain-safe) includono:
            • Riso integrale
            • Verdure di colore giallo cotte, come la zucca
            • Verdure di colore arancio cotte, come carote e patate dolci
            • Verdure verdi cotte, come spinaci, broccoli, bietole da coste
            • Legumi freschi o secchi 
            • Centrifugati freschi 

            Anche la cottura ha la sua importanza; sono da privilegiare la cottura a vapore o in forno a a microonde.
            Meno indicate risultano essere la frittura ,la brace (per ovvie ragioni) ma anche la bollitura, le cucine al calore umido( brasatura) o nei grassi.


            Il contributo della natura

            Ancora una volta, la natura ci offre un aiuto e lo fa con la Griffonia simplicifolia.

            Una pianta africana, da cui semi si ricava un aminoacido il 5-idrossitriptofano, capace di attraversare la barriera ematoencefalica e quindi a livello centrale essere convertito in serotonina, un neurotrasmettore ,ai più conosciuto come la molecola della felicità.

            Perché la serotonina?
            Numerosi studi hanno evidenziato che  emicrania, ansia e depressione hanno un “terreno” chimico comune.
            Emicrania e ansia sono caratterizzate da una condizione di ipereccitabilità neuronale. (Se l’emicrania è un “eccesso di funzione dei circuiti del dolore cefalico”, il disturbo d’ansia, nelle sue varie espressioni, è una manifestazione di un eccesso di funzione dei meccanismi dell’allarme e della difesa.
            Appare quindi più chiaro perché entrambi questi “eccessi funzionali” si possano con tanta frequenza associare nello stesso paziente. In estrema sintesi, il cervello dell’emicranico è come un viscere iperattivo sia sul piano dell’allarme e della difesa (ansia) che del dolore cefalico (emicrania).

            Nell’ambito delle soluzioni naturali efficaci nel contrastare il mal di testa, il magnesio è sicuramente uno dei presidi maggiormente validato dagli studi scientifici.
            Il motivo che rende efficace questa sostanza deriva dal fatto che  il 50% degli individui presenta  una carenza di questo catione nel sangue.

            Il magnesio citrato (una delle forme biodisponiobili del magnesio) oltre alle note attività legate al metabolismo della Vitamina C, del calcio e di altri sali quali potassio, sodio, fosforo, è molto importante per la corretta funzionalità della trasmissione dei messaggi elettrici.

            Scarica l'articolo completo: https://bit.ly/2J1fEKt

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