24 MARZO 2021

IL FEGATO, ORGANO DELLE FORZE VITALI


A cura di Dott.ssa Marchetto Silvia

 

Così come in primavera la Terra si svincola dalla rigidità invernale diffondendo il profumo fresco della zolla nello sciogliersi di ghiaccio e neve in acqua nuova, allo stesso modo nell’organismo umano, il fegato, nella sua natura calda-umida, rivitalizza le sostanze corporee per mezzo dei suoi processi liquidi.

Non a caso, in tedesco, la parola che indica il fegato è die leber che deriva da leben ossia “colui che fa vivere”, mentre in inglese il fegato viene indicato con la parola Liver da to live, vivere.

In effetti, addentrarsi nello studio del fegato, si potrebbe equiparare al penetrare in una vera e propria foresta tropicale poiché organo ricchissimo di liquidi, al punto tale che le materie “secche” in esso contenuto sono appena più di quelle contenute nel sangue. Vediamo come e perché.

Il fegato sappiamo essere un organo spugnoso, di consistenza molle, permeato da una quantità straordinaria di liquidi. Mentre infatti i liquidi che permeano gli altri organi sono normalmente 3: sangue arterioso, sangue venoso e linfa, nel fegato sono cinque poiché si aggiunge sangue portale e bile. La sua relazione con i liquidi non si esplica però solo per via della sua natura, ma anche per la capacità di regolare l’intero bilancio idrico dell’organismo svolgendo così una funzione centrale (si ricordi ad esempio come la sete,il cui centro risiede nell’ipotalamo, sia in realtà un riflesso di tale azione svolta dal fegato).

Se osserviamo attentamente il risveglio della natura nella stagione primaverile, non ci risulterà difficile intuire come esso sia possibile grazie alla grande forza rivitalizzante dell’acqua, il cui nuovo scorrere nella Terra è certamente reso possibile grazie ai primi tepori solari che sciolgono la “maglia” rigida del gelo invernale. Ecco che, lo sbocciare, il crescere e il successivo fiorire della vegetazione possono essere visti come frutto di quella fecondazione tra Cielo e Terra il cui tramite sta nell’elemento liquido. In ambito umano il temperamento flemmatico esprime la primavera: in esso domina l’organizzazione vitale che presiede ai processi liquidi dell’organismo, rappresentati dal sistema ghiandolare (fegato, organo del gusto) e linfatico (tiroide) che, come per la linfa nelle piante, sovrintendono ai processi di sviluppo.

All’acqua corrispondono così forze vivificanti, di crescita e di rigenerazione, le stesse che sappiamo bene possedere dal fegato, tanto che può ricostituirsi dopo che tre quarti della sua massa sono stati asportati chirurgicamente. Nell’embrione (che sappiamo essere totalmente impegnato nei processi di accrescimento), il fegato occupa quasi tutta la cavità addominale, e anche nell’adulto poi rimane l’organo interno più voluminoso e pesante (1,5 kg), non a caso..

Come il chimico diluisce le sostanze in acqua quando vuole ottenere una reazione, così il fegato necessita di una natura liquida per operare le trasformazioni biochimiche: produzione della bile, sintesi dei lipidi e secrezione delle lipoproteine plasmatiche, coagulazione del sangue, distruzione delle sostanze tossiche, trasformazione in urea dell’ammoniaca derivata dal metabolismo amminoacidico, sono solo un esempio delle innumerevoli attività in cui quest’organo è impegnato. Particolare riguardo però si deve porre al metabolismo dei carboidrati di cui il fegato né è il principale “direttore”: il processo di trasformazione inizia nella bocca dove gli amidi contenuti nei cereali e nei farinacei vengono trasformati in zuccheri da un enzima detto ptialina (motivo per cui dopo una lunga masticazione i cibi contenenti amido vengono avvertiti come dolci); questa trasformazione prosegue nello stomaco e nell’intestino finché lo zucchero formatosi (glucosio) viene assorbito da milioni di villi intestinali e condotto al fegato attraverso la vena porta. È qui che verrà ricomposto in glicogeno e immagazzinato. Al bisogno il glicogeno si solubilizza nuovamente in zucchero e fornisce il substrato per il movimento muscolare.

Tale processo è di fondamentale importanza e ci dimostra come, in realtà, il centro “del movimento” stia nel fegato!  È infatti il metabolismo dei carboidrati operato dal fegato il vero motore per l’azione, eseguita poi fisicamente dal muscolo, che altrimenti, senza la disponibilità di glucosio non potrebbe compiere la contrazione. Quando pensiamo alle membra quali “muscoli della volontà” ci accorgiamo in realtà di cadere  in inganno in quanto ben lontani dall’ “idea di movimento” che viene dapprima afferrata nel pensiero, e poi, , scendendo per gradi, passando dapprima nella sfera delle sensazioni, viene elaborata in risposta biochimica da parte del fegato e solo successivamente in movimento fisico-meccanico nel muscolo.

Si comprende meglio tale processo ancora una volta comparandolo a ciò che avviene in natura: il pensiero non è in grado di muovere direttamente le membra, così come il Sole non può levigare direttamente un ciottolo di fiume. Ma sappiamo che il Sole riscalda l’aria, dando inizio al ciclo dell’acqua, che si alza e ricade a terra in forma di pioggia e di torrenti. L’acqua del torrente dà al ciottolo la forma arrotondata. Dunque è l’acqua l’elemento finale che realizza l’impulso proveniente dal Sole. Nella catena di eventi con cui si mette in atto una decisione, il fegato ha la stessa posizione.

Ciò spiega perché, nella concezione della medicina antroposofica, il fegato viene designato come organo della volontà, della realizzazione di un intento, della trasformazione in atto di una decisione presa. Non a caso l’alcol, sostanza che riscalda ed asciuga e che sappiamo porta a morte i processi vitali, nuoce severamente al fegato e quindi alla forza di volontà, motivo per cui ad esempio, nell’alcolista, si crea uno stato di dipendenza da cui stenta, nonostante i buoni propositi, ad uscirne. Lo stesso può dirsi nel caso del consumo di droghe, dove altrettanto il fegato rimane danneggiato. Se il danno epatico è grave, per esempio nella cirrosi epatica, il bilancio idrico si altera e si riempie d’acqua (ascite).

Se nel fegato vi è un blocco dunque, in special modo nel metabolismo dei carboidrati, esso si traspone anche nella sfera della volontà: esempio ne sono alcune malattie congenite che si manifestano nella prima infanzia e sono causate da un disordine nel metabolismo dei carboidrati; i bambini con questo disturbo presentano grave epatomegalia, atrofia muscolare e paralisi. Molte forme di ritardo mentale caratterizzate da un rallentamento nei riflessi e di povertà del movimento, hanno alla base, spesso, un grave disturbo epatico.

Un altro fine equilibrio gestito dal fegato è la produzione della bile, un prodotto derivante dal catabolismo del sangue (emoglobina) che viene secreto dal fegato giungendo nell’intestino dove favorisce l’assorbimento dei grassi. Si tratta pertanto di un processo di catabolismo che si oppone a quello anabolico di sintesi delle sostanze e questo, anche in senso direzionale: le sostanze nutritive che giungono dall’esterno verso il fegato, la bile che invece da una zona interna si sposta verso l’esterno dell’organo. Questo contrasto si riflette anche nel ritmo delle 24 ore: durante la notte prevale il deposito di glicogeno e quindi abbiamo l’espressione dei massimi processi di sintesi, mentre di giorno prevale la funzione catabolica con l’escrezione della bile. I processi di sintesi avvengono dunque quando la coscienza è spenta, mentre quelli catabolici durante le fasi di veglia. Ecco che se queste due fasi non rimangono ben separate si possono verificare alcune situazioni patologiche come le coliche biliari che di fatto si verificano quasi sempre nelle ore serali-notturne e vengono sperimentate come dolore in modo intensamente cosciente (laddove invece dovremmo essere totalmente immersi nel sonno). Questa particolare patologia corrisponde ad un concentrarsi eccessivo di succhi biliari nella cistifellea (da cui poi, nel loro normale decorso, si riversano nell’intestino per favorire la digestione di grassi e vitamine liposolubili).

L’uomo può di fatto alterare il fine equilibrio di questi processi attraverso abitudini scorrette. Se per esempio il senso del gusto non viene stimolato dai carboidrati ma da dolcificanti artificiali, il fegato, si prepara per ricevere zuccheri che non “conosce”, lavorando quindi a “vuoto”. Se questo si ripete spesso, ne può derivare un danno epatico.

 Ecco che, a maggior ragione nel periodo primaverile, quando il ritmo vitale della terra, con l’ascensione dei succhi delle piante e la liberazione dei suoi fluidi, si unisce a quello umano impegnato in un intenso processo metabolico di eliminazione delle scorie invernali e di rivitalizzazione, risulta di fondamentale importanza una sana alimentazione, come un adeguato grado di ossigenazione. L’assunzione eccessiva di grassi, la scarsa aerazione per via della permanenza in ambienti chiusi uniti all’inquinamento, porterebbe infatti ad un sovraccarico metabolico tale per cui l’organismo con difficoltà riuscirebbe a soddisfare l’aumentata richiesta energetica a livello nervoso, sensoriale e ormonale, finendo poi per determinare squilibri anche sul piano immunitario (si veda il tema delle allergie!).

Seguendo la disponibilità di frutta e verdura che ogni stagione ci offre, risulteranno di significativo utilizzo nei nostri piatti alcune piante come l’ortica, che sulla pelle sappiamo provocare una reazione urticante ma che, come alimento, diviene una preziosa cura preventiva contro le allergie. O ancora gli asparagi, dalle potenti attività depurative e diuretiche e i piselli, quali legumi ricchi di proteine vegetali. Nel mese di Aprile inoltrato anche la fragola assume un ruolo importante: fonti di antiossidanti (vitamina C e flavonoidi soprattutto)  hanno la capacità di sollecitare la produzione di adiponectina, un ormone secreto dal tessuto adiposo che stimola il metabolismo e riduce l’appetito favorendo il processo di dimagrimento, senza scordare poi la peculiare attività riequilibrante per il fegato delle foglie di fragola. Per finire poi in Maggio con la mora di gelso, un super alimento ricco in oligoelementi (magnesio e manganese), vitamine (A, B, C, K) e antiossidanti, particolarmente indicata quindi per rallentare i processi di invecchiamento cellulare, delle malattie degenerative del sistema nervoso, del diabete di secondo tipo e delle infiammazioni croniche in generale.

 

Fonti:

1) “Le connessioni spirituali di fegato, polmone, rene, cuore” di Walter Holtzapfel. Natura e Cultura Editrice.

2) “La stagionalità degli alimenti” di Sergio Maria Francardo ed Enrico Mariani. Edilibri.

3) “Il segreto dei temperamenti umani” di Rudolf Steiner. Editrice Antroposofica Milano.

4) “Il fegato organo della vita , il centro del metabolismo. Articolo web tratto dalla pagina Elicats , Health Holistic Zone.


Condividi