Epigenetica: l'interazione con l'ambiente e la necessità di terapie individualizzate.
A cura di Garofalo Dott.ssa Brigida e Girardi Dott. Enricomaria
“Se torturi i numeri abbastanza a
lungo, confesseranno qualsiasi cosa” parola di Gregg Eastrbrook.
I numeri hanno nella nostra vita un’importanza di gran lunga maggiore rispetto a quanto sia accaduto in passato. Nell’era dei calcolatori… due più due non fa soltanto quattro ma fa sempre quattro, questa è una realtà coerente e quindi prevedibile.
Chi mastica un po’ di statistica conosce le leggi dei modelli
epidemiologici…in modo molto semplice ciò che viene studiato, rilevato in un
campione, più o meno numeroso, può essere poi trasferito come concetto
universale sull’intera popolazione….e vi è una probabilità statisticamente
importante che ciò sia vero e quindi
reale.
E in questo periodo ci siamo
improvvisati tutti un po’ statistici… ricordiamo però che in Italia esiste l’
ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) e qui gli statistici ci lavorano per
davvero. Riportiamo di seguito la
risposta del presidente Blagiardo alla
domanda sull’interpretazione dei dati che riguardano le morti da, per o
con Covid-19
«Innanzitutto i dati importanti sono
quelli che provengono da fonti attendibili. Siamo circondati da una marea di
informazioni, spesso di dubbia provenienza e che alcune volte dicono anche cose
contraddittorie. Una volta chiarito che la fonte di un determinato dato è attendibile
allora possiamo prestare maggior attenzione ovviamente a tutto ciò che ci può spiegare
e chiarire quello che sta succedendo. Soprattutto poi è importante l’interpretazione
dei dati, perché ci
sono delle informazioni che hanno un rilievo importante se letti nel loro
contesto. Per esempio, siamo usciti come Istat con alcuni dati relativi alla
mortalità con dei numeri estratti da un campione che NON era rappresentativo
dell’intera
nazione, ma di alcuni comuni. Era ed è un dato vero, reale ed
importante, ma ovviamente contestualizzato a quei territori dove l’evoluzione
del virus ha avuto un determinato andamento. Alcuni però hanno letto questi
dati come se fossero rappresentativi dell'intera Italia, mentre invece
era una selezione voluta. Da questo si può capire come poi ci siano interpretazioni
molto diverse e assolutamente sbagliate»
Ecco che i dati vanno raccolti, letti
ed interpretatati in modo corretto…altrimenti rischiano di essere solo dei
numeri orfani.
Da alcuni studi effettuati sui diabetici di tipo 2 che hanno contratto il covid-19, seguiti per
decorso e gravità del disturbo, è emerso che le conseguenze cliniche in termini
di gravità della malattia virale, era minore nei pazienti dove il diabete era
meglio controllato, con
uno spettro di manifestazioni cliniche che andavano da pazienti con pochi e
deboli sintomi a pazienti gravi, fino alla morte. A questo punto ci si rende
conto che, quando parliamo di salute e malattia, il tema si sposta sempre in un
ambito che è anche squisitamente individuale.
Da qui la domanda…quale il rapporto
tra la statistica e l’individuo? Perché discrepanze così accentuate in termini
clinici tra zone, tra soggetti, al netto dei fenomeni legati alla diffusione e
al contagio?
Una questione di genetica
Quante volte abbiamo notato che ci sono persone che
pur mangiando molto non ingrassano facilmente, o altre che seppur mangiando
poco acquistano peso con facilità? Quanti
di noi non hanno attribuito a questa discrepanza dei sfortunati o dei fortunati - dipende dai punti di
vista-processi metabolici? La risposta è alquanto semplice…TUTTI.
Allo stesso modo tutti noi sappiamo che pur
seguendo lo stesso stile di vita, la stessa alimentazione, alcune persone
sviluppano una certa tipologia di malattia e
altre no.
Questo perché ognuno di noi, anche dal punto di vista
genetico, è un essere UNICO.
Per questione di chiarezza di seguito daremo due
definizioni di biologia molecolare: con il termine genotipo intendiamo
l’insieme di tutti i geni che compongono DNA di un individuo mentre per fenotipo
l’insieme di tutte le caratteristiche osservabili di un organismo, quindi la
sua morfologia, il suo sviluppo, persino il suo comportamento, cioè come il “tipo” si “manifesta” (phäno-) nella realtà.
Per cui stando alle leggi della genetica, individui
geneticamente diversi avranno caratteristiche (fenotipo) diverse.
Il paradosso nasce con i gemelli monozigoti:
hanno lo stesso
corredo di geni, sono perciò l’uno
il clone perfetto dell'altro
(esistono solo piccole differenze a livello del DNA mitocondriale), eppure man
mano che crescono sviluppano dei tratti differenti, malattie diverse,
comportamenti diversi. Come mai? La risposta ci viene data dall’epigenetica.
L’epigenetica
Le condizioni ambientali producono
mutazioni dei geni diverse dalle mutazioni molto più lente prodotte dall’evoluzione. Queste mutazioni dette epigenetiche non modificano il genoma in sé, ma
modificano la sua espressione e perciò’ vanno a
giustificare molte delle differenze tra gemelli monozigoti che hanno lo stesso
genoma. Queste mutazioni possono essere cicliche come quelle che ci permettono
di adattarci ai ritmi del giorno o delle stagioni. Oppure possono essere anche
permanenti. In tal caso durano tutta la vita e possono anche essere trasmessi a
figli e nipoti. L’insieme di queste mutazioni forma
l’epigenoma dell’individuo
e l’epigenetica è quella branca della biologia che lo studia. Di seguito
riportiamo la definizione-metafora che il biologo tedesco Thomas Jenuwein utilizzò per chiarire questo
concetto:
"La
differenza fra genetica ed epigenetica può essere paragonata alla differenza
che passa fra leggere e scrivere un libro. Una volta scritto il libro, il testo
(i geni o le informazioni memorizzate nel DNA) sarà identico in tutte le copie
distribuite al pubblico. Ogni lettore potrà tuttavia interpretare la trama in
modo leggermente diverso, provare emozioni diverse e attendersi sviluppi
diversi man mano che affronta i vari capitoli. Analogamente, l'epigenetica
permette interpretazioni diverse di un modello fisso (il libro o il codice
genetico) e può dare luogo a diverse letture”.
Le mutazioni epigenetiche dipendono
anche dal cibo che ingeriamo…l’ape regina diventerà tale perché sarà l’unica a
nutrirsi di pappa reale…. E’ possibile anche che una mutazione epigenetica
possa andare oltre la terza generazione.
Alla luce di questi fatti anche un
antico motto orientale riceve nuova luce “per avere un uomo libero sono
necessarie almeno due generazioni educate con amore”
Per concludere, (si tratta anche di una questione
molto “ambientale”)
Il complesso dei sistemi di regolazione (epigenetica) rendono l’organismo, fin dal concepimento, un “sistema aperto e in dialogo via via crescente con l’ambiente”: alimentazione, educazione, addestramento, caratteristiche del territorio, stimoli emotivi e psicologici, credenze religiose, caratteristiche sociali e spirituali, campi elettromagnetici, esposizione alla luce, attitudine ad attività e allo sport …è l’insieme di tutti questi elementi a renderci essere unici.
L’incontro
di un “essere genotipicamente unico”, divenuto fenotipicamente in un ambiente
specificatamente complesso e unico” con
un agente “capace di portare ad una malattia”, quale un battere o un virus, ad
esempio il Coronavirus-19, determinerà una serie di accadimenti del tutto
specifici e particolari, che non sempre possono essere letti attraverso le
statistiche, tanto meno quando il campione preso in esame ha caratteri che non
sono omogenei con la popolazione di riferimento, come ricordava il presidente
dell’ISTAT Blagiardo.