20 FEBBRAIO 2019

Clima: l’Italia fatica a raggiungere gli obiettivi di Parigi

Nel dicembre del 2015, 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale per limitare il riscaldamento globale: era la conferenza sul clima di Parigi. A quattro anni di distanza, tuttavia, l’Italia e molti altri paesi sono ancora lontani dal raggiungere questo accordo.


La conferenza sul clima di Parigi si pone lo scopo a lungo termine di mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale sotto il 2% rispetto ai livelli pre-industriali, puntando a limitare l’aumento a 1,5 °C. 

Durante la conferenza i paesi hanno presentato i piani nazionali di azione per il clima, non ancora sufficienti per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C ma si tratta l’inizio di un lungo percorso per raggiungere questo obiettivo.


Ma l’Italia e gli altri stati stanno rispettando questo accordo?


L’11 dicembre il WWF lanciò il report dal titolo “Allineamento agli scenari climatici dei portafogli di public equity e corporate bond degli asset owners europei” facendo un’analisi di lungo periodo su come gli stati che hanno aderito a questo accordo stiano allineando i loro portafogli di equity e corporate bond per rispettare gli accordi presi.

Il WWF ha selezionato i maggiori “asset owners” in 11 Paesi europei e ne ha avvicinati altri 88 per intraprendere una valutazione dello scenario climatico a lungo termine. solamente 33 di questi hanno accettato di divulgare i risultati del loro allineamento sul clima.

Vi sono chiare differenze tra i paesi in termini di disponibilità degli Asset owners a partecipare e divulgare i risultati relativi all'allineamento climatico. Nei paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Norvegia e  Svezia) vi è ampia collaborazione per divulgare i risultati di allineamento climatico e diversi investitori sono attivamente impegnati in iniziative internazionali.

Nei Paesi Bassi e in Francia esiste un certo grado di divulgazione, mentre in altri paesi (Belgio, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito) non vi è alcuna divulgazione.

Siamo quindi ben lontani dagli obiettivi posti alla conferenza sul clima di Parigi, addirittura le emissioni globali di anidride carbonica nel 2018 sono incrementate rispetto al 2017, “merito” dei combustibili fossili che ancora oggi rappresentano l’81% delle fonti di energia totali, la stessa percentuale di 30 anni fa.


Condividi