Clima: l’Italia fatica a raggiungere gli obiettivi di Parigi
Nel dicembre del 2015, 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale per limitare il riscaldamento globale: era la conferenza sul clima di Parigi. A quattro anni di distanza, tuttavia, l’Italia e molti altri paesi sono ancora lontani dal raggiungere questo accordo.
La conferenza sul clima di Parigi si pone lo scopo a lungo termine di mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale sotto il 2% rispetto ai livelli pre-industriali, puntando a limitare l’aumento a 1,5 °C.
Durante la conferenza i paesi hanno presentato i piani nazionali di azione per il clima, non ancora sufficienti per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C ma si tratta l’inizio di un lungo percorso per raggiungere questo obiettivo.
Ma l’Italia e gli altri stati stanno rispettando questo accordo?
L’11 dicembre il WWF lanciò il report dal titolo “Allineamento agli scenari climatici dei portafogli di public equity e corporate bond degli asset owners europei” facendo un’analisi di lungo periodo su come gli stati che hanno aderito a questo accordo stiano allineando i loro portafogli di equity e corporate bond per rispettare gli accordi presi.
Il WWF ha selezionato i maggiori “asset owners” in 11 Paesi europei e ne ha avvicinati altri 88 per intraprendere una valutazione dello scenario climatico a lungo termine. solamente 33 di questi hanno accettato di divulgare i risultati del loro allineamento sul clima.
Vi sono chiare differenze tra i paesi in termini di disponibilità degli Asset owners a partecipare e divulgare i risultati relativi all'allineamento climatico. Nei paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia) vi è ampia collaborazione per divulgare i risultati di allineamento climatico e diversi investitori sono attivamente impegnati in iniziative internazionali.
Nei Paesi Bassi e in Francia esiste un certo grado di divulgazione, mentre in altri paesi (Belgio, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito) non vi è alcuna divulgazione.