28 OTTOBRE 2019

Ottobre: il mese del nastro rosa

OTTOBRE: IL MESE DEL NASTRO ROSA

A cura della Dott.ssa Brigida Garofalo

Il nastro rosa della B r e a s t C a n c e r Campaign ci ricorda che ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno.

È fuori discussione che le donne siano esponenzialmente le più colpite, tanto che alcuni lo definiscono proprio per questo motivo il “mese rosa”, ma va ricordato che il tumore alla mammella non fa sconti nemmeno all’altro sesso.

Venerdì 4 e sabato 5 ottobre si è tenuto a Roma il congresso “2019 Carcinoma mammario” che ha visto la partecipazione di oltre 130 oncologi italiani esperti di carcinoma mammario. A questo link potete approfondire con metodo scientifico le varie tematiche affrontate durante il congresso.

L’importanza dello stile di vita nella prevenzione del cancro al seno

Lo sapevate che l'alimentazione e l’attività sportiva giocano un ruolo importante nella prevenzione primaria?

Potremmo iniziare con il riportare i rapporti del WCRF/AICR (World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research) pubblicati nel 1997, nel 2007 e nel 2018, che rappresentano la più vasta revisione mai compiuta di tutta la letteratura scientifica sul rapporto tra dieta, stile di vita, attività fisica e incidenza di neoplasie.

La conclusione di tali rapporti è che è possibile prevenire fra il 30 e il 50% di tutti i tumori astenendosi dal fumo, avendo cura dell’alimentazione, mantenendo un adeguato peso corporeo e un buon regime di attività fisica.

Con l’esclusione dei tumori a ereditarietà genetica (sui quali l’ambiente può comunque giocare un ruolo di facilitazione o di contrasto) anche la genesi della neoplasia al seno dipende largamente da fattori ambientali. Verso questa direzione un’ampia bibliografia ed evidenze scientifiche hanno confermato il ruolo cruciale, nello stimolare o inibire la crescita tumorale, svolto dall’interazione tra diversi fattori ambientali quali lo stato infiammatorio,

lo stato metabolico, la dieta, il microbioma, l’assunzione di alcol, l’attività fisica, i contaminanti presenti nell’ambiente, l’età, l’esposizione a radiazioni, il fumo, lo stress e altri fattori legati allo stile di vita.

Raccomandazioni wcrf

Un programma mantenuto da un team di esperti del WCRF che aggiorna e analizza costantemente la letteratura scientifica circa il ruolo della dieta, dell’alimentazione e

dell’attività fisica nella prevenzione dei tumori, ha concluso che non vi sono singoli alimenti o nutrienti che ci rendono più o meno sensibili allo sviluppo di un tumore ma che ad agire è la combinazione di diversi comportamenti alimentari e stili di vita.

Gli esperti del programma hanno quindi stilato una serie di raccomandazioni sui comportamenti per i quali esistono prove evidenti di aumento o diminuzione del rischio di tumore.

Maggiore è l’aderenza alle raccomandazioni, minore sarà il rischio di tumore.

Vediamo insieme quali sono e a cosa ci esortano:

• Mantenere un adeguato peso corporeo.

• Muoversi tutti i giorni evitando l’inattività, restano utili i classici 30’ di

camminata veloce quotidiana

• Aumentare il consumo di cereali integrali, frutta, verdura e legumi.

I vegetali sono fonte di fibra, carotenoidi, vitamine C ed E, minerali, oligoelementi e

fitomolecole come glucosinolati, indoli, isotiocianati, flavonoidi, tioli, fenoli, inibitori

della proteasi, steroli vegetali ecc. Molti di questi composti vengono utilizzati dalle piante per proteggersi da elementi di stress quali il caldo, il freddo, la luce solare, le infezioni, i parassiti.

Oggi sappiamo che queste sostanze fitochimiche agiscono come molecole di segnale e possono contrastare la tumorigenesi modificando i sistemi di regolazione dell’espressione genica attraverso la metilazione di DNA e istoni, modulando l’attività dei microRNA, influenzando i meccanismi coinvolti nella riparazione del DNA, incidendo sul metabolismo delle sostanze cancerogene, agendo sullo stress ossidativo e sull’infiammazione, modulando il funzionamento del sistema immunitario ecc. La mancanza di questa protezione attraverso la dieta si riflette in alterazioni a livello cellulare e molecolare che possono favorire la cancerogenesi.

• Limitare l’assunzione di “fast food” e alimenti altamente trasformati ricchi in grassi, carboidrati raffinati e zuccheri.

• Limitare il consumo di bevande zuccherate.

Limitare il consumo di alcool: i meccanismi con cui l’alcol agisce sul rischio di tumore mammario sono ancora poco noti. Da una parte il suo consumo è spesso associato a insufficiente apporto di alcuni micronutrienti ad azione protettiva. Ad esempio i folati (coinvolti nella regolazione epigenetica dell’espressione dei geni attraverso la metilazione) e i carotenoidi (che regolano l’apoptosi, la crescita e la differenziazione cellulare) e si ipotizza che la carenza di questi fattori protettivi possa aumentare la suscettibilità allo sviluppo di tumore. Dall’altra, durante il metabolismo dell’alcol – che avviene sia a livello epatico che del tessuto mammario – si formano metaboliti tossici come l’acetaldeide con aumentata produzione di specie reattive dell’ossigeno ad azione genotossica e carcinogenica. L’alcol,

inoltre, è stato secolarmente utilizzato nelle preparazioni galeniche come solvente in grado di aumentare la penetrazione dei principi attivi all’interno delle cellule: appare pertanto plausibile che possa anche favorire la penetrazione di sostanze cancerogene all’interno delle cellule mammarie.

Alcuni studi, infine, suggeriscono che il consumo di alcol possa aumentare i livelli circolanti di estrogeni, ad azione promuovente la crescita neoplastica.

Integrare la vitamina D: nei pazienti con tumore al seno la carenza di vitamina D è molto comune e numerosi studi epidemiologici hanno messo in evidenza come un suo deficit aumenti il rischio di sviluppo e progressione della malattia.

Per la prevenzione del tumore al seno, i valori ottimali di concentrazione sembrano essere nel range di 60-80 ng/ml, ben al di sopra dei 30 ng/ml raccomandati per la salute delle ossa. La vitamina D, nello specifico, inibisce l’attività proliferativa del 17β-estradiolo e dell’IGF-I, inibisce l’effetto antiapoptotico dell’IGF-I e downregola i livelli dei recettori degli estrogeni e dei recettori dell’IGF-I.

• Le mamme dovrebbero allattare al seno (ove possibile). L’allattamento al seno è

consigliato per la prevenzione dei tumori della mammella e dell’utero della mamma e per la futura salute del neonato.

Tutti coloro i quali hanno ricevuto una diagnosi di tumore dovrebbero ricevere un supporto nutrizionale e delle indicazioni sul tipo di attività fisica da svolgere da parte di professionisti della salute che siano adeguatamente formati e che possano tenere in considerazione le specificità di ogni individuo. Chi ha avuto una diagnosi di tumore dovrebbe seguire il più possibile il “pacchetto” completo di raccomandazioni



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