3 MARZO 2020

Nuovo Coronavirus : facciamo il punto della situazione.

A cura della Dott.ssa Brigida Garofalo




                                                                                        "Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare, trova un minuto per ridere."



Protagonista indiscusso in queste ultime settimane è sicuramente il nuovo Coronavirus. In questo articolo cercheremo dapprima di fare il punto della situazione su tutto ciò che ad oggi sappiamo del SARS-CoV-2, chiarendo anche  alcuni concetti pratici come ad esempio in cosa consiste il tampone e quando andrebbe effettuato. Gli ultimi paragrafi invece li dedichiamo al rinforzo delle nostre difese immunitarie…perchè in assenza di vaccino l’unico in grado di sconfiggere virus e batteri è proprio il nostro sistema immunitario!



Cosa è un coronavirus

I Coronavirus sono un’ampia famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS): identificati già  nella prima metà degli anni sessanta sono virus RNA a filamento positivo, al microscopio appaiono con un aspetto simile ad una corona e sappiamo che le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale di mammiferi-uomo compreso- ed uccelli.

Ad oggi, sette Coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l’uomo, di cui l’ultimo 2019-nCoV -ora denominato SARS-CoV-2- mai identificato nell’uomo prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019.

Secondo un gruppo di esperti denominato dal International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) , che si occupa della designazione e della denominazione dei virus, il nuovo coronavirus è fratello di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2. 


Perché ha aggredito l’uomo?


Un team di ricercatori del campus Bio-medico di Roma è riuscito a risalire al cosiddetto “salto di specie” che ha permesso ad un virus tipico dei pipistrelli di aggredire l’uomo. La mutazione ha interessato due importanti proteine di superficie      del virus : la proteina N e la proteina spike.

La prima è una proteina strutturale coinvolte nell’assemblaggio del virione e svolge un ruolo fondamentale nella trascrizione del virus. La seconda invece è responsabile dell’ingresso del virus nella cellula dopo il legame con il recettore e fusione della membrana. Sembra che queste due mutazioni sono alla base della maggiore capacità infettiva ma una minore patogenicità del nuovo coronavirus rispetto alla SARS.

Il risultato di questa ricerca è stato supplicato sul Journal of Clinical Virology.


Aggiornamenti costanti

Ricordiamo che Il Ministero della Salute ha realizzato un sito dedicato: www.salute.gov.it/nuovocoronavirus e attivato il numero di pubblica utilità 1500.

Altre informazioni sono disponibili sul sito Epicentro dell'Istituto superiore di sanità - Epicentro.

Inoltre l'Istituto Spallanzani (INMI) rende noto un bollettino medico alle ore 12 circa di ogni giorno sui casi confermati in Italia e sui test dei contatti monitorati.



Qual è la differenza tra infezione e malattia?

Quando un virus umano viene a contatto con individui non immuni questo virus infetta la persona. Cosa succede dopo? All’infezione segue la malattia, ma questo non avviene mai nella totalità dei casi - fa eccezione il virus della rabbia- e le persone che presentano la malattia possono farlo con tutta una serie di sintomi che possono essere molto gravi ma anche molto lievi se non addirittura asintomatici. Anche con il nuovo coronavirus le cose sembrano andare in questa direzione. È molto importante sottolineare che le persone che presentano la malattia in modo asintomatico hanno comunque il virus nelle loro secrezioni, quindi sono potenzialmente infettive ma non sappiamo ad oggi quanto lo sono. 

Per capire se le persone infettate sono asintomatiche oppure no si ricorre al famoso tampone, una metodica di ricerca su base molecolare (PCR) del coronavirus.


Quanto dura il periodo di incubazione?

Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Si stima attualmente che vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni. 



Allora quando fare il tampone? 

Innanzitutto, va sottolineato che la tempistica è fondamentale. Praticamente con un bastoncino si raccoglie la saliva del paziente e il tampone va spedito in laboratorio; qui vengono estratti gli acidi nucleici presenti nelle vie respiratorie del paziente e tra questi acidi nucleici (DNA e RNA) si cerca quello del nuovo coronavirus.

Dal punto di vista tecnico avremo come risposta due possibili risultati: il virus c’è / il virus non c’è. Dal punto di vista clinico invece i risvolti sono più importanti, in quanto possiamo ricavare due tipi di informazioni: 

  1. In un paziente che presenta sintomi quali tosse, febbre, raffreddore e a cui viene effettuato il tampone, dal risultato possiamo capire se i suoi sintomi sono dovuti all’influenza o al nuovo coronavirus.
  2. In un paziente che è stato a contatto con un soggetto infetto seppur al momento asintomatico il tampone (effettuato al momento giusto) ci dice se è stato infettato oppure no.

Ecco che come sottolineavamo all’inizio del paragrafo la tempistica è fondamentale, il tampone andrebbe effettuato quando il paziente è malato nel primo caso, quindi 6-7 giorni dopo l’infezione (per avere una positività al tampone il virus necessita di un certo periodo per replicare il proprio materiale genetico), nel secondo caso quando sono trascorsi sempre 6-7 giorni dal contato con il paziente infetto. Se il tampone lo si effettua prima il paziente risulta negativo con la possibilità di sviluppare la malattia dopo alcuni giorni. Il tampone poi non può dirci se quel paziente è stato infettato in passato oppure no…in questo caso la ricerca va fatta ricercando gli anticorpi specifici su campioni ematici.



Perchè ne abbiamo cosi tanta paura?


Temerlo non vuol dire farsi prendere da una psicosi ingiustificata…in parte dovuta ad organi di stampa che hanno enfatizzato eccessivamente  come il  sistema sanitario non potesse reggere  un impatto incontrollato di infezioni  che richiedono un tasso elevato di ospedalizzazione a causa della replicazione nelle basse vie respiratorie.

Ad oggi ne abbiamo così tanta paura perchè la comunità scientifica non ha ancora sviluppato un vaccino e perché come tutti i virus, quando incontrano nuove cellule ospiti (come quelle umane) hanno  la possibilità di mutare il proprio materiale genetico, mutazioni che sarebbero in grado di  variare alcune caratteristiche del virus stesso.




A cosa è sensibile il nuovo coronavirus?

Disinfettanti a base di ipoclorito di sodio (candeggina) o alcool etilico sembrano inattivare i il virus così come le alte temperature  (> 37° C). Il freddo non inattiva il virus.


Cosa possiamo fare per rinforzare le nostre difese immunitarie? 

  

Pensiero positivo 

Alcuni ricercatori di Bolder, Colorado, hanno dimostrato come le emozioni positive  aumentano  i livelli di DHEA , un ormone che favorisce il rinnovamento cellulare e combatte lo stress e di IgA (anticorpi), mentre le emozioni negative provocano la riduzione di entrambi. Sembrerà banale ma lo stress di una psicosi da coronavirus potrebbe abbassare le nostre difese immunitarie.

Quindi ricordiamoci innanzitutto la correlazione tra mente e corpo e l’aspetto scientifico del pensiero positivo! in questo senso l’impatto della paura via-media potrebbe aver portato più malattia rispetto al virus stesso).



Circa 7000 studi pubblicati su Pubmed  ( Feb 2020) sostengono che micronutrienti quali Zinco, Vitamina C e vitamina D svolgono un ruolo fondamentale nel sostegno delle difese immunitarie. 


La vitamina C

L’acido ascorbico nel nostro organismo svolge tutta una serie di funzioni che ci proteggono a livello cellulare dal danno da ossidazione a carico di proteine, mentre nel plasma annulla l’azione dei radicali perossidi. Svolge in altre parole un’azione di protezione anti-ossidante. Ancora, funge da cofattore per alcuni enzimi coinvolti nella formazione e stabilizzazione del collagene, indispensabile per la produzione del tessuto connettivo (pelle,vasi,ossa) e quindi fondamentale per l’integrità delle mucose del tratto gastrointestinale e respiratorio.

La dose giornaliera consigliata è di 500 mg.

Per leggere l’articolo completo clicca qui 

https://www.farmaciagirardi.it/notizie/la-vitamina-c-di-ultima


La vitamina D

Nota per i suoi effetti sull’ omeostasi del Calcio e quindi i suoi effetti benefici sull’osso, già da qualche tempo è stato studiato ed illustrato l’effetto della vIt D sulle cellule immunitarie grazie alla presenza Din un recettore specifico - VDR vitamina D receptor- attraverso il quale è in grado di modulare l’attività delle cellule denditriche. 

Livelli ematici di vitamina D adeguati sostengono  il corretto funzionamento del sistema immunitario, sia in termini di potenziamento delle difese immunitarie innate contro microrganismi patogeni, sia per regolare l’attività della risposta immunitaria acquisita. 

Una  metanalisi di 25 studi clinici ha evidenziato come l’incidenza di infezioni acute del tratto respiratorio sia più bassa nei pazienti che facevano supplementazione con vitamina D (Chang SW&Lee HC, 2019; Martineau AL et al., 2017).

La dose giornaliera consigliata è di 2000UI e la somministrazione giornaliera è da preferire a quella settimanale o mensile.

 

Zinco 

Lo zinco è un metallo di transizione ed un elemento fondamentale per il mantenimento dell’omeostasi immunitaria; tuttavia il nostro organismo ha una scarsa capacita di immagazzinarlo per cui l’assunzione dovrebbe essere giornaliera. Anche per lo zinco riportiamo uno studio (Wu D. et al., 2019) che evidenzia come mortalità per malattie infettive venga ridotta con una correzione della deficienza di zinco. 







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