3 APRILE 2020

"NOTE DI FLEMMA PRIMAVERILE"

A cura della dott.ssa Silvia Marchetto


E come il lento sgorgare di una fonte senza tempo, così anche quest’anno, tra eventi drammatici e turbolenti, la vita fluisce inesorabile portando con sé sempre nuovi spunti di riflessione per l’uomo. È così che, forse oggi più che mai, le forze della Primavera ci vengono incontro impetuose, quasi volessero approfittare di questo momento storico per catturare tutta quell’attenzione e interesse che l’uomo aveva oramai perso per la natura. Guardandoci un po’ attorno, ci si accorgerà delle magnifiche fioriture che quest’anno, con l’arrivo della nuova stagione, si sono sprigionate…un evidente dimostrazione di quanto ancora il nostro mondo sia impregnato di forze di crescita, sane e vitali.

Sappiamo tutti che con l’arrivo della Primavera, in natura si assiste ad un progredire dello stato vegetativo, dai processi di gemmazione a quelli più tardivi di vera e propria espansione. Accanto però a tali fasi, si accompagna spesso una condizione dell’essere umano che esprime uno stato di concentrazione verso se stesso e di calo di energia, la ben conosciuta astenia primaverile. Si ha cioè un ritmo stagionale del corpo vitale della terra che in Primavera s’innalza e fa ascendere i succhi delle piante, mentre nell’uomo accanto alle forze vitali-vegetative, si risvegliano quelle dell’anima, che lo pongono in relazione al mondo soprattutto attraverso i sensi. La corporeità entra in un’intensa attività di rigenerazione, il ritmo sonno-veglia si modifica e il sistema nervoso e ormonale diventa più attivo, influenzato dalla maggior quantità di luce naturale disponibile. Inizia per l’organismo umano un percorso di progressiva eliminazione delle scorie accumulate nell’inverno: l’alimentazione ricca di grassi, la scarsa ossigenazione per via della maggior permanenza in ambienti chiusi e troppo caldi durante la stagione fredda, unito all’inquinamento dell’aria, inducono infatti nell’organismo una maggiore attività metabolica per trasformare le sostanze nutritive in energia vitale per gli organi. L’intestino, in cui la flora batterica risente anch’essa della qualità invernale, contribuisce a sovraccaricare l’organismo impegnato nell’eliminazione delle sostanze di scarto. 

Tale situazione può determinare nell’uomo squilibri immunitari, con tutte le patologie tipiche della stagione: in primis le allergie, scatenate dai pollini delle Graminacee soprattutto nei mesi di Aprile- Giugno, precedute dalla Betulla (Marzo-Aprile) e delle altre piante a fioritura primaverile. In queste manifestazioni, si assiste ad una sottrazione di forze impegnate a combattere inutilmente la fioritura ed i suoi pollini con una iper-reattività immunitaria e fisica che ci indebolisce e non ci permette di godere a pieno la Primavera. Tra le ragioni profonde di tutto ciò, la sofferenza che provochiamo nella natura con lo sfruttamento egoistico e meccanicistico delle sue risorse che ritorna a noi non solo con il danno ambientale, come tutti sappiamo, ma anche con l’insorgere di malattie legate a tale rapporto alterato. 

Così, al tepore del sole, l’ultima neve diventa acqua e l’elemento liquido gronda, scorre, penetra la terra e questo rinato fluire risveglia nuovo verde sugli alberi, nei campi, nei boschi. È proprio questa la qualità che ci viene incontro di questa stagione e di cui dovremmo renderci consapevoli: non si tratta meramente di un processo di gemmazione e di fioritura.. questi eventi sono infatti solamente la naturale conseguenza di movimenti e trasformazioni molto più profonde e spesso invisibili all’occhio. Dovremmo cominciare cioè a sviluppare la capacità di percepire in quella “gemma” tutta la freschezza e la vitalità, ovvero le forze attive vitali della pianta che hanno accumulato così tanta energia durante l’inverno da non poterla più contenere e finire per spingerla tutta all’esterno con lo spuntare dei nuovi steli. 

Ciò che si fa portatore di queste forze, è proprio il grande mondo dei liquidi: nella pianta è la linfa, ricca di sostanze nutritive come ben sappiamo, nell’uomo è soprattutto il sistema ghiandolare, con la produzione di tutti quei messaggeri che servono per la costruzione e crescita dell’organismo. Come una corrente vitale, i succhi linfatici attraversano, pervadono e inumidiscono l’intero organismo. Si tratta una corrente d’acqua sotterranea che ha per il mondo vegetale la stessa funzione che la linfa ha per l’organismo umano: entrambe consentono agli organismi di nutrirsi ed edificarsi e non solo, nell’uomo in particolare divengono forze portatrici di guarigione poiché connesse a tutte quelle risposte biochimiche, che se ben sostenute, ci permettono in molti casi di sconfiggere le malattie e ripristinare l’equilibrio. 

Tali forze abbondano fisiologicamente in età infantile. Si pensi ad esempio ad un neonato: non è vero forse che le sue forme tonde, la sua pelle liscia, vellutata, umida ci fanno avvicinare in modo straordinario a quella che è la qualità dell’elemento acqueo? Nell’infanzia la vita scorre veloce, le trasformazioni sono rapide, tutto parla di vitalità, rigogliosità, freschezza, leggerezza … allo stesso modo delle nuove gemme primaverili! 

Il mondo dei liquidi e le forze di cui esso si fa portatore, non si arresta però a tali fatti, ma prosegue ancora più su, sino ad influenzare indole e temperamento umani. Si potrà infatti riflettere sul fatto che tale rotondità di forme, pastosità (si pensi alla morbidezza di una goccia d’acqua ad esempio), in alcuni soggetti più di altri si rende particolarmente evidente e non solamente come mera caratteristica di conformazione fisica, ma soprattutto come attitudine, predisposizione personale, modo di essere. L’individuo in cui l’elemento delle liquidità si fa preponderante può definirsi flemmatico, atteggiamento per altro tipico della Primavera. In questa tipologia d’individui domina l’organizzazione vitale, che presiede ai processi liquidi dell’organismo, rappresentati come già detto, dal sistema linfatico e ghiandolare. 

Si tratta di soggetti in cui la vita semplicemente scorre, senza troppi turbamenti. Il prevalere delle forze vitali finiscono spesso per riversarsi in una struttura paffuta, di facile accumulo di liquidi e adipe; il volto è infatti generalmente sferico, la bocca tende a rimanere lievemente aperta, gli occhi rimangono nascosti dalla floridezza delle guance, lo sguardo si perde nella propria interiorità, la luce della pelle scarseggia, le spalle scivolano verso il basso. Si pensi ad esempio a figure note come quelle del famoso Aldo Fabrizi o ancora del pittore Giorgio Morandi la cui fisionomia e le cui opere rivelano i tratti tipici della flemma: quiete assoluta, nulla si muove, tutto è distante, nessuna espressione di malessere o di emotività interiore quanto piuttosto di un gran piacere per la vita. Si tratta di una placidità lievemente noiosa, ma in fondo serena e in alcune situazioni, quasi gioviale. Si è qui nell’ambito della vita che si regge su se stessa e che dona a se stessa quiete.

Dal punto di vista sociale, il flemmatico dimostra una scarsa tendenza a relazionarsi con il mondo esterno e non per depressione, ma perché beatamente fluisce in se stesso con soddisfazione e serenità. Le domande, l’instaurarsi di un dialogo con tali soggetti, richiede sempre un processo “digestivo” da parte quest’ultimo, la risposta cioè viene data con un certo ritardo, come se ci fosse una riflessione, ma non nel pensiero, nei liquidi organici. La scarsa relazione con il mondo esterno può essere visibile anche in una certa trasandatezza del vestire o il trascinare il passo senza sollevarlo dal terreno, ma al contempo senza alcuna relazione con esso.

Nei bambini tale temperamento è soprattutto maschile, la boccuccia è un po’ aperta e guardandola si avverte proprio una sensazione di benessere. A scuola, alla fine della prima ora solitamente hanno già finito la merenda dell’intervallo, pezzettino dopo pezzettino, grattando da sotto il banco e rapidamente mettendosela in bocca ..non hanno nemmeno voglia di masticare perché già i succhi sono sufficienti a distruggere la sostanza ..nel gustare non disturbano, ma non stanno nemmeno attenti. Oggi è molto difficile vedere bambine flemmatiche, se ci sono, solitamente vengono completamente escluse dalla classe, a 9-10 anni non sono solite fare le signorinelle, hanno ancora le calze che scivolano giù e la gambina è bella grossa, le manine sono cicciotte.

Nell’adulto si può dire che siano soggetti che digeriscono molto bene oltre ad essere buon gustai. Non a caso, in questo tipo di temperamento, l’organo di riferimento è il fegato, poiché organo ghiandolare e del gusto. Non si dimentichi che nel fegato confluisce sangue arterioso, sangue venoso, sangue portale, linfa e bile. Parlando di soggetti flemmatici, potremmo però rivolgere la nostra attenzione anche alla tiroide che, se squilibrata nelle sue funzioni, invade di liquidi e di adipe l’organismo, così come il fegato, che se non si mantiene in equilibrio nel metabolismo proteico, porta all’ascite. Le tiroiditi oggi sono frequenti, sappiamo anche che c’è la possibilità di una patologia tiroidea in gravidanza quando la donna acquisisce e dovrebbe acquisire, una bella componente di flemma poiché sta in sé a nutrire con i suoi succhi il suo bambino. Quando si è in gravidanza, una debolezza del sistema immunitario (riconoscimento del sé da non sé), può causare patologie autoimmuni e sullo stesso piano, anche il diabete.

Tale modo di essere, tale placidità e quiete di vivere, dona a questi soggetti l’abilità di affrontare la vita senza troppi ostacoli: essi nuotano nella corrente delle cose e spesso è piuttosto difficile raggiungerli, mentre il loro obiettivo lo conquistano facilmente, senza necessità di distruggere il mondo circostante e questo perché la ricettività che hanno degli stimoli esterni è scarsa. L’interesse per questi individui è rivolto infatti solo verso ciò che fa star bene, in particolare il cibo diventa arte e proprio per questo motivo non sarà difficile trovare tra queste persone, ottimi cuochi!

La flemma è così un elemento importante nella vita di tutti i giorni, poiché ci permette di gustare il tempo. In un tempo congesto in cui ognuno può sentirsi spinto verso quello che accadrà dopo, è la componente flemmatica che permette di stare nel qui ed ora mentre, stabilito l’obiettivo, sarà la coloritura flemmatica che ci permetterà di fluire verso quel traguardo. Se si diventa un po’ flemmatici ci si accorge che in realtà si fanno molte più cose.  Tuttavia, se questo temperamento prevale in modo assoluto, si corre il rischio che la relazione con il mondo esterno si annulli: eventi, cose o persone non interessano più, il soggetto flemmatico finisce per rintanarsi nella propria vita, nella propria beatitudine e si scollega da qualsiasi altra cosa. Ciò conduce ad uno stato di idiozia. 

Così, se la flemma è ciò che in piccole dosi ci permette di affrontare gli eventi con serenità e piacere, in eccesso può però finire per intrappolarci in una vita apatica e senza senso. Si potrebbe dire che in fondo, l’eccesso di temperamento flemmatico è uno dei principali mali dei paesi occidentali: in generale l’avere troppo, porta a “sedersi” comodamente sulle proprie agiatezze, finendo per perdere la visione d’insieme di ciò che ci circonda, il senso delle cose! Con un esempio banale, basti pensare alla disponibilità di cibo nei nostri supermercati in ogni mese dell’anno, senza alcun legame con la stagione, portando gli uomini del nostro tempo a soddisfare il piacere di mangiare seguendo con eccessiva “partecipazione” i processi della digestione: si ricordi che la colite è un problema all’ordine del giorno, come anche altre patologie quali il diabete, visto come il divenire flemmatici di noi contemporanei, carenti di movimento e imprigionati nel gustare, danneggiando così il metabolismo degli zuccheri.

Ecco perché, l’eccesso di flemma, tipica della Primavera può così portare a situazioni patologiche come l’astenia, la stanchezza, lo stress, sfociando poi in dismetabolismi anche su base autoimmune. Esiste però un modo naturale per recuperare quell’energia che sembra venir meno proprio nel momento in cui il nostro organismo ne ha la maggiore necessità. Certamente la prima prevenzione consiste nell’armonizzare con la stagione in corso il nostro stile di vita e le nostre abitudini: la chiave sta proprio nel ricercare l’interesse perso per ciò che ci circonda negli occhi di chi ci sta vicino. Più che mai questo difficile momento ci obbliga a fare ciò..destarsi dal nostro “vivere interiore” fine a ste stesso e tornare a rivolgere “gli occhi al cielo” ed ampliare gli orizzonti; sganciarci così dal vorticoso scorrere di una vita frenetica, piena di impegni di ogni genere ma allo stesso tempo vuota, e ritrovare proprio quel giusto grado di flemma che permetta un fluire sano, “apatologico” della vita.


Fonti:

“La Stagionalità degli Alimenti. Nutrirsi con i cibi di stagione è la miglior medicina preventiva”. Sergio Maria Francardo , Enrico Mariani. Edilibri. 

“Il segreto dei temperamenti umani”. Rudolf Steiner. Editrice Antroposofica Milano.

“Appunti e riflessioni” tratti da studi antroposofici personali.


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