5 SETTEMBRE 2020

LATTOFERRINA: lo studio del team di clinici delle università romane Tor Vergata e La Sapienza.

A cura della Dott.ssa Brigida Garofalo

 

 

"Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità"

                                        Neil Armstrong

 

 

 

In questo articolo:

 

 

1.      Introduzione

2.      Il ruolo della lattoferrina

3.      L’azione antivirale della lattoferrina

4.      Conclusioni

 

 

 

 

1 Introduzione

 

Le principali  testate giornalistiche italiane e internazionali  riportano la notizia che vede  Russia, Cina, Unione Europea e USA  in piena collaborazione per raggiungere un solo obbiettivo : lo sviluppo di  un vaccino sicuro ed efficace. Tra i 236 candidati solo 5 entrano nella fase 3 della sperimentazione clinica, di cui tre testati negli Usa (Moderna, Pfizer ed AstraZeneca) ed uno in Europa (AstraZeneca).

Ed è la stessa  portavoce dell ‘OMS che ci racconta di un vaccino disponibile per tutti ma non prima di marzo 2021.

Ma  il vaccino è davvero l’unica strada percorribile?

Tuttavia- e per fortuna-  la ricerca italiana non è impegnata solo nella ricerca di un vaccino potenzialmente sicuro. Recentemente sulla rivista scientifica “International Journal of Molecular Sciences” viene riportato uno studio dal titolo “ Lactoferrin as Protective Natural Barrier of Respiratory and Intestinal Mucosa against Coronavirus Infection and Inflammation” condotto dalle università romane Tor Vergata e La Sapienza che mette in luce il possibile ruolo preventivo della LATTOFERRINA .

Alla base dello studio vi è stata l’osservazione di un dato oggettivo… la popolazione pediatrica è stata la meno colpita dalla pandemia. Perché? Può una glicoproteina, componente dell’immunità innata dei bambini, proteggerci in qualche modo dal virus?

 

2 Il ruolo della lattoferrina

 

La lattoferrina deve il suo nome al fatto di essere presente nel latte ad una concentrazione inferiore solo alla caseina ed è presente in tutte le secrezioni umane che inumidiscono le mucose ( saliva, lacrime, secrezioni nasali, bile e fluidi pancreatici).

Dal punto di vista chimico biologico è una glicoproteina globulare ferro-trasportatrice appartenente alla famiglia delle transferrine.

La lattoferina è un importante componente del sistema di difesa aspecifico verso gli agenti esterni a livello delle superfici mucosali, nonché a livello intestinale dove nei neonati stimola lo sviluppo e la proliferazione dei bifidobatteri ( i batteri “buoni”) e interviene nell’assorbimento intestinale del ferro. Gli stimoli che determinano il rilascio nel plasma della lattoferrina, da parte dei neutrofili, sono multifattoriali  e gli incrementi si verificano durante processi antinfiammatori aspecifici malattie infettive e patologie neoplastiche.

Non dovremmo sorprenderci dello studio pubblicato dalle università romane in quanto le funzioni antinfettive, battericide, immunomodulanti, antinfiammatorie e antivirali della lattoferrina  sono ampiamente documentate in ambito scientifico e già nel 2011 furono condotti degli studi in vitro contro la SARS.

 

Di seguito abbiamo cercato di riassumere e schematizzare le varie attività di questa glicoproteina.

 

    Attivita antibatterica


Probabilmente l’effetto più conosciuto della lattoferrina è quello di proteina  che lega il ferro ed è proprio l’alta affinità con questo metallo che giustifica la sua potenza antimicrobica: molti batteri patogeni necessitano di ferro libero per moltiplicarsi e che quindi in presenza di lattoferrina vengono inibiti o uccisi.

 

 

    Attivita antiossidante

 

La lattofferrina è un anti ossidante che spazia via il ferro libero, in questo modo vengono inibite le reazioni a catene dei radicali liberi basati sul ferro proteggendo le cellule dall’ossidazione

 

    Attività infiammatoria

 

Una volta rilasciata dai neutrofili nel sito dell’infiammazione, la lattoferrina è in grado di attivare le cellule natural killer, di indurre la fagocitosi da parte dei macrofagi  e prevenire il danno ossidativo grazie alla sua azione chelante il ferro. Essa è in grado di modulare la secrezione di citochine pro infiammatorie e modulare gli accessi del lipopolisaccaride che stimola la risposta immunitaria.

 

 

3 L’attività antivirale della lattoferrina

 

Un paragrafo a parte lo dedichiamo allo studio delle Università romane che hanno  focalizzato l’attenzione sull’attività antivirale di questa proteina.

Risaputa era l’attività contro un ampio range di virus  a DNA e  a RNA sia nell’uomo che negli animali. Il meccanismo di azione della lattoferrina nei confronti di questi patogeni non è del tutto chiaro. Tuttavia si presume possa essere diverso a seconda del tipo di virus:  potrebbe impedire l’internalizzazione del virus come nel caso dell HERPES SIMPLEX 1 e 2 e nel caso dei virus dell’ epatite B e  C dell’uomo. Per altri virus come i rotavirus sembrerebbe piuttosto in causa un inibizione della replicazione all’interno della cellula ospite.

Da questi dati è partita  la sperimentazione che ha previsto la somministrazione quotidiana di lattoferrina su un gruppo di pazienti affetti da Coronavirus sia sintomatici che asintomatici, allo stadio iniziale della malattia. Lo scopo era verificare se i pazienti con la malattia in atto fossero in grado di accorciare i tempi di guarigione grazie alla somministrazione della proteina.

I risultati ottenuti  dal  trial clinico, condotto dal team di Tor Vergata,  hanno dimostrato, per la prima volta l’efficacia della lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici nei pazienti Covid-19 positivi sintomatici e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento.

 

Un altro studio parallelo condotto dal team della Prof.ssa Piera Valenti, Ordinario di Microbiologia dellUniversità La Sapienza di Roma  ha verificato la qualità, la purezza e lintegrità della lattoferrina utilizzata ed eseguito delle prove in vitro sullazione antivirale della lattoferrina dimostrando come questa proteina inibisca linfezione da SARS-CoV-2, bloccando le fasi precoci dellinterazione virus-cellula.

 

4 Conclusioni

 

L’evidenza suggerisce che  la mortalità per COVID-19 non è non è dovuta solo all’infezione virale ma piuttosto il risultato di un’ iper-infiammazione associata ad una sovraproduzione di alcune citochine come l’interleuchina 6, fattore di necrosi tumorale e ferritina.

A tal proposito la lattoferrina ha dimostrato di ridurre IL-6 e TNFα e di agire sulla down-regulation della ferritina. Pertanto la somministrazione di lattoferrina per uso orale può aiutare a non peggiorare l’andamento e i sintomi del SARS-CoV2. Essendo la lattoferrina non un farmaco ma un NUTRACEUTICO la sua assunzione è consigliata in tutte quelle persone che vogliono rinforzare il proprio sistema immunitario; di sicuro non è capace di sconfiggere il virus ma sicuramente rende l’ambiente “meno ospitale”.

Ricordiamo che essendo un derivato del LATTE può avere delle controindicazioni in chi ha delle intolleranze compravate al lattosio.

 

 

 


Condividi