
La storia della Farmacia
A cura di Monica Milan, farmacista
È sempre particolarmente interessante, e al contempo
accattivante, scoprire e conoscere la storia delle nostre professioni.
La storia della farmacia, o meglio ancora della farmacologia,
affonda le sue origini nella profonda antichità. Sin dalla preistoria, infatti,
l’uomo comprende l’azione benefica di alcune piante e di alcuni minerali. La
Natura nella sua magica complessità diventa così la fonte a cui attingere per
la preparazione di rimedi destinati a curare ferite o a liberare il corpo dagli
spiriti maligni, ritenuti essere la causa stessa delle malattie. Il primo
“testo” di farmacologia della storia sembra essere una tavoletta rinvenuta ad
Ur, città della Mesopotamia, e recante alcune ricette – molto dettagliate in
termini di procedura di esecuzione – di rimedi curativi destinati sia all’uso
esterno sia alla via orale. Nel corso dei secoli e dei millenni, grazie alle
esperienze di popoli quali Greci, Egizi, Romani, Cinesi, Indiani, si assiste ad
un progressivo e crescente sviluppo della disciplina farmacologica.
Sicuramente l’utilizzo delle piante e delle essenze come
rimedi terapeutici culmina nel Medioevo con la nascita dei conventi e dei
monasteri: si parla infatti di medicina monastica. E’ all’interno di queste
strutture, infatti, che prende vita e corpo una efficiente realtà che porterà
alla coltivazione e alla catalogazione di molte specie vegetali e
all’attribuzione alle stesse di proprietà curative, principalmente attraverso
la “signatura” (termine che si ritrova tuttora nelle ricette mediche abbreviato
con la lettera “S”). La “signatura” (dal latino signatura = firma) è una
dottrina secondo la quale il “segno”, e quindi la caratteristica morfologica
della pianta, rivela, per analogia con alcuni organi umani, il suo impiego
terapeutico.
Una grande spinta all’ulteriore evoluzione verso l’affermarsi
della farmacologia moderna è data dalla nascita delle Scuole Mediche – di cui
la più antica e significativa è quella salernitana – e successivamente dal
sorgere in Italia delle prime Università. Nel XIII secolo, inoltre, nascono le
corporazioni, e tra queste molto importante è quella degli speziali, i nostri
predecessori! E proprio a questa corporazione si iscrive anche Dante, per poter
così accedere alle biblioteche delle farmacie, vere e proprie “miniere” in cui
sono custoditi tomi e manoscritti unici e particolarmente preziosi. Durante il
Rinascimento è fervida l’attività di alcune Università quali Padova, Pisa,
Bologna, dove si sviluppano erbari e orti botanici che diventano, per così
dire, dei veri e propri “centri di sperimentazione”.
È importante inoltre ricordare che in Italia, e precisamente
a Firenze, nel 1498, viene prodotta la prima Farmacopea Ufficiale in lingua
italiana. Sempre nel Rinascimento si colloca la preziosa opera di Paracelso,
medico e filosofo, a cui si attribuisce l’introduzione del concetto di
principio attivo e l’utilizzo di acque minerali e termali o metalli in esse
presenti per curare le malattie. Nei secoli successivi, gli ulteriori sviluppi
della clinica determinano anche la conseguente affermazione della farmacologia
come disciplina scientifica preposta allo studio del rapporto tra dose ed
effetto e delle relazioni tra struttura chimica e attività biologica.
Lo scorrere del tempo porterà alla definizione della figura del
farmacista, che si caratterizza come colui che ha la specificità e, per così
dire, l’arte di allestire i rimedi. E se questa è stata la nostra fondamentale
e storica connotazione, questa possa essere sempre anche la nostra viva
peculiarità!
A complemento di questo breve excursus storico sulla nostra
professione, mi diletta affiancare un’immagine molto bella ed eloquente: “Il
farmacista”, un’opera pittorica di Pietro Longhi, artista veneto del ‘700.
Al centro dell’opera, avvolti da un radioso manto di luce, ci sono il farmacista e la paziente. I due personaggi rappresentano il cuore dell’opera ed intorno a loro si sviluppano le altre “vicende”, caratterizzate da uno stato di penombra. Centrale è anche la posizione della pianta dell’aloe, nota fin dall’antichità e probabilmente usata anche durante l’epidemia di peste a Venezia. Sulla sinistra ci sono due pazienti in attesa di essere visti dal farmacista; sulla destra c’è lo scrivano con la sua canuta chioma, in sintonia con la penna bianca con cui sta scrivendo. In basso, sulla sinistra, una primordiale figura di pratico di farmacia, che regge in mano il mantice per ravvivare il fuoco. Lo sfondo è dominato dagli scaffali su cui sono riposti strumenti e vasi di varie fogge.
… uno spaccato di storia proiettato nel nostro tempo….
“Nel mondo c’è un ordine naturale di farmacie, poiché tutti i
prati e i pascoli, tutte le montagne e colline sono farmacie”.
Teofrasto Paracelso