22 NOVEMBRE 2020

LA "FILIERA CORTA" E IL SISTEMA DI PRODUZIONE BIOLOGICO

A cura della Dott.ssa Brigida Garofalo



In questo articolo :


 -   Il  modello della Società di Sazietà

 -   La  filiera corta

 -   Il  mercato del biologico.

 -   Conclusioni  



Il modello della Società di Sazietà



Il modello di consumo agroalimentare nell'era del post moderno , quindi quello che ci caratterizza , è il modello della società di sazietà caratterizzato da una forte industrializzazione:  il  processo di progressiva modernizzazione e globalizzazione ha determinato l'affermazione delle cosiddette “filiere lunghe” dominate quindi da imprese di enormi dimensioni e attive sui mercati divenuti ormai  nel tempo globali.

Tutto ciò ha permesso nel tempo la standardizzazione delle culture produttive  agricole e la conseguente omologazione dei consumi con ovvi riflessi negativi su quella che è la biodiversità, sull'ambiente naturale ma soprattutto sulla possibilità del consumatore di esercitare un controllo diretto sulla provenienza e sulle caratteristiche del processo di produzione degli alimenti.  

L'azienda agricola perde la sua specificità e allo stesso tempo la grande distribuzione organizzata assume un ruolo sempre più importante nel processo di acquisto dei prodotti da parte del consumatore: il consumo è quasi totalmente destagionalizzato. 

Analizzando le variazioni dei consumi alimentari si evince che questi hanno subito un cambiamento drastico dal dopoguerra ad oggi, questa rivoluzione riguarda sia l'aspetto qualitativo che quello quantitativo.

Per quanto riguarda la quantità, il consumo di alimenti è più che raddoppiato tra il 1951 e il 2000. I motivi sono molteplici. In primo luogo vi è stato un aumento del reddito quindi una maggiore disponibilità dei prodotti che sono diventati più facilmente reperibili; inoltre la popolazione è aumentata e questo implica un aumento dei volumi di beni alimentari consumati. Impressionante è stato  anche il cambiamento dal punto di vista qualitativo: cambiando le metodologie di produzione nuovi elementi entrano a far parte del prodotto industriale. 


La filiera corta 


Anche la figura del consumatore si è evoluta nel tempo, quello di oggi è un consumatore avveduto, informato e attento, che ha assunto un ruolo sempre più significativo nell'ambito della filiera alimentare, esprimendo una domanda che oltre a contemplare gli aspetti relativi alla qualità e alla sicurezza “classica” pone un’attenzione a compasso allargato verso  più ampie forme di qualità come quella ambientale, biologica e tipica.

Parallelamente, nei paesi avanzati iniziano a svilupparsi  delle forme dirette di incontro e di scambio di prodotti agroalimentari in netta contrapposizione al circuito della GDO.



È così che nasce il concetto di “filiera corta” che si concretizza in una diminuzione del numero di passaggi  tra il produttore e il consumatore, fino al contatto diretto fra i due. Oltre agli indiscutibili vantaggi economici e di comunicazione che derivano dell'approccio della filiera corta una funzione socialmente utile è  quella di protezione e  presidio dell'ambiente e del territorio , della conservazione della biodiversità, della gestione sostenibile delle risorse e la sopravvivenza socio- economica delle aree rurali. 









La produzione biologica  


La coltivazione biologica è una scelta consepavole, rigidamente disciplinata.


Il sistema di controllo e di certificazione dei prodotti biologici è regolamentato, infatti la dichiarazione di conformità di prodotto viene rilasciata dagli organismi di certificazione autorizzati ad operare dal Ministero delle Politiche Agricole. 

La certificazione biologica di un prodotto attesta che nelle fasi di coltivazione e di produzione vengano rispettate le prescrizioni in tema di utilizzo di fertilizzanti di sintesi o fitofarmaci evidenziando che le proprietà del prodotto finale derivano da un processo di produzione connotato da caratteristiche ben definite. 

Di seguito ne illustreremo le principali. 

  1. L'alimentazione animale deve essere realizzata con prodotti vegetali derivanti da un sistema di produzione biologico.
  2. La numerosità degli animali che possono essere allevati è direttamente proporzionale alla superficie disponibile in modo da assicurare loro comportamenti naturali e modalità di vita adeguate.
  3. Il benessere degli animali deve essere garantito anche nella modalità di trasporto, carico e scarico, e nelle fasi dell'abbattimento e della macellazione.
  4. Per quanto riguarda le scelte delle razze è preferibile allevare grazie autoctone in modo che si riescano più facilmente ad adattare alle condizioni ambientali locali.
  5. Non possono essere somministrati agli animali allevati con metodi biologici simulatori di crescita stimolatori dell'appetito sintetici conservanti e coloranti urea sottoprodotti di animali OGM alimenti addizionati di agenti chimici in generale e vitamine sintetiche.
  6. Per quanto riguarda invece la difesa delle colture si interviene con sostanze naturali vegetali animali o minerali , quindi parliamo di estratti di piante, insetti utili che prendano parassiti, farina di roccia o minerali naturali per correggere le caratteristiche chimiche del terreno. 
  7. In caso di necessità l’agricoltore  può ricorrere esclusivamente ad alcune sostanze di origine naturale espressamente autorizzate e dettagliate dato il fondamento comunitario, con il criterio della cosiddetta lista positiva. 


Conclusioni 


Ma perché un consumatore dovrebbe scegliere BIO? 

Ovviamente le motivazioni sono molteplici, la scelta non si ferma al solo acquisto.  Lo  sguardo andrebbe proiettato “oltre” per riuscire a cogliere cosa si cela dietro ad un acquisto biologico: il giusto connubio tra un’alimentazione sana e l’aiuto concreto che offriamo a tutti quei coltivatori che lavorano per garantirci innanzitutto prodotti con qualità organolettiche perché i terreni non vengono sfruttati, e in seconda battuta- e non meno importanti- qualità etiche e sociali che si concretizzano in un maggiore benessere degli animali  e una maggiore biodiversità delle specie.

È bene sottolineare che per “una alimentazione sana ed equilibrata” - come abbiamo avuto modo di evidenziare nello scorso articolo sulla dieta Mediterranea -  non è sufficiente sostituire un prodotto convenzionale con uno biologico, ma vanno rispettate le quantità, le associazioni e le variazioni.



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