Celiachia: nuove linee guida per diagnosi e monitoraggio.
La celiachia è una malattia con carattere genetico e di natura infiammatoria. Nei soggetti celiaci
l’introduzione del glutine nella dieta porta a una reattività del sistema
immunitario che danneggia in modo grave e irreversibile la mucosa epiteliale
(parte superficiale) dell’intestino tenue, causando un cattivo assorbimento di
tutti gli alimenti.
Ma cos’è il glutine? Il glutine è un complesso
proteico contenuto nelle farine di alcuni cereali come frumento, farro, orzo e
segale.
La diagnosi
In generale, nei soggetti in cui la malattia
celiaca è sospetta per familiarità o per comparsa di sintomi riconducibili a
essa, viene eseguito innanzitutto il dosaggio degli anticorpi specifici
prodotti nel sangue in risposta alla presenza di glutine (anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio).
Se l'esito dovesse risultare positivo, si
procede per approfondire, confermando o meno la presenza di celiachia
attraverso l’esecuzione della biopsia (un prelievo di un frammento di tessuto)
della mucosa del primo tratto dell’intestino tenue, il duodeno, al fine di
documentare un appiattimento (o una scomparsa) dei villi intestinali. La
percentuale dei villi distrutti sarà indice dell’avanzamento o gravità della
malattia.
L’analisi
genetica, effettuata attraverso l’esame del DNA,
rivela se si è predisposti alla malattia (viene ricercata la presenza dei geni
predisponenti, HLA-DQ2 e HLA-DQ8). Questo esame non va eseguito di routine ma
solo nel caso in cui il dosaggio anticorpale e la biopsia duodenale, oltre che
il quadro dei sintomi, non fossero del tutto chiari.
I numeri
In Italia i casi diagnosticati di celiachia
sono attualmente 207.000, ma gli screening condotti a livello nazionale e
internazionale portano a stimare una prevalenza della malattia intorno all’1%
della popolazione. Questo significa che i celiaci dovrebbero essere circa
600.000. Ad essere più colpite sono le donne rispetto agli uomini (rapporto
3:1) e i dati confermano che restano ancora troppi i casi non diagnosticati.
Con l’obiettivo di individuare un maggior
numero di casi di celiachia non diagnosticati sono state recentemente
pubblicate nuove raccomandazioni della European Society for the study of Coeliac Disease (ESsCD) e della European Society for PaediatricGastroenterology Hepatology and Nutrition (ESPGHAN).
L’aggiornamento 2019
Quali sono le novità più importanti contenute
in questo aggiornamento?
1. La biopsia intestinale resta un esame necessario per la diagnosi di
celiachia solo in età adulta.
2. Le indicazioni per l’esecuzione del test genetico sono la diagnosi in
età pediatrica senza biopsia intestinale, i casi dubbi in età adulta e la
presenza di familiari di primo grado a rischio (e quindi da seguire con un
periodico follow-up) .
3. La
novità più importante delle nuove linee guida riguarda l’applicazione del
protocollo ESPGHAN per la diagnosi di celiachia in età pediatrica e
adolescenziale. Bambini o adolescenti che presentano un quadro di
malassorbimento, in presenza di una positività per anticorpi anti-tTG IgA di
almeno 10 volte superiore rispetto al valore soglia, confermata dalla
positività possono essere diagnosticati come celiaci senza ricorrere alla
biopsia duodenale.
4. Per quanto riguarda il monitoraggio della malattia in seguito
alla diagnosi (follow-up) l'esecuzione della densitometria ossea (MOC) è
indicata non più al momento della diagnosi, ma dopo almeno 18 mesi di dieta
senza glutine, per valutare la presenza di eventuale osteopenia/osteoporosi e la ripetizione successiva
dell'esecuzione di questo esame solo se patologica o in presenza di indicazione
medica. Inoltre il dosaggio del TSH va eseguito, insieme a quello degli
anticorpi anti TPO, alla diagnosi e, se entrambi nella norma, va ripetuto ogni
3 anni.